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La disonestà calpesta gli altri ((il Gazzettino - 27.11.05))
La disonestà calpesta gli altri di VERA SLEPOJ Perché siamo disonesti, sicuramente perché si concepisce il mondo esterno come insignificante rispetto il proprio personale bisogno, dove le regole si scompongono, si frantumano e violarle è una catarsi che fa precipitare la morale. La disonestà generalmente la decliniamo nel mondo degli affari, dell'economia, del diritto, nel mondo dei bisogni materiali, nel rispetto delle norme, dei contratti, delle dichiarazioni, delle parole. C'è anche la disonestà negli affetti, nella lealtà, nei sentimenti, nell'amore, nella fiducia, nella fedeltà ed è un comportamento che crea ferite e dolorosi contatti con la realtà controversa dell'animo umano. Il disonesto spesso lo diventa iniziando la sua carriera spregevole con la bugia, oppure con la lesione della fiducia che gli viene data, inizia spesso con la convinzione che la difesa dei suoi interessi, obiettivi, riscontri sia superiore alle regole, alla verità, al comportamento onesto che viceversa è quello della correttezza, del rispetto delle regole, della capacità di non trafugare né l'anima, né gli affari, né la promessa, né gli interessi dei cittadini, se li rappresenti, per un tornaconto personale, per salvaguardare gli amici, i parenti, affiliati, sostenitori o lobbie. La disonestà è sicuramente un disvalore, ma nel nostro paese può risultare quasi una norma, un diritto rispetto le cose che diciamo, le promesse che si fanno, gli impegni economici o affettivi che si sottoscrivono. C'è poi la disonestà delle azioni, quando ti mostri fidato, vittima, amico, bisognoso di attenzioni e corrompi la generosità, la fiducia, la solidarietà dell'altro. Disonesti sono tutti coloro che girano per il paese mostrando quello che non sono, alterando spaventosamente le regole ancora in vita dell'onestà. La ragazza di Bologna violentata, umiliata e abbandonata, ad esempio, è vittima di una disonestà sociale culturale, fatta di demagogia, parole urlate sull'interesse della collettività e poi sistematicamente violate, così come disonesto è il cittadino extracomunitario che si fa ospitare, magari con la scusa della povertà per poi violare, ferire irrimediabilmente la vita di una ragazza che ha visto l'onestà nelle persone e nel paese che l'ha ospitata, un paese che però non ha mantenuto nulla che si chiami civiltà. Disonestà è anche la giustizia che non protegge, non sostiene, non soccorre i più deboli, quelli violati e uccisi dalla burocrazia, dalla lentezza delle norme, ma signori, rendiamoci conto che la vita umana è un valore assoluto e va difesa contro il male, contro la follia, contro la disonestà delle idee. La miseria dell'Italia non è economica è questo spaventoso divario tra ciò che tutti affermano e poi non mantengono, ecco è la disonestà più grande quella di non consentire né all'onestà di vivere, né al bene che è il suo alleato di sopravvivere al male. Vera Slepoj  
 
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