Lo straordinario potere della gentilezza di Francesco Alberoni
Sappiamo che l'essere umano è violento, ce lo dimostrano le guerre, le crudeltà, le cattiverie che vediamo abitualmente nella politica e nelle imprese. E c'è una corrente di pensiero che esalta l'aggressività perché la considera uno strumento indispensabile per il successo. Per decenni abbiamo sentito elogiare l'uomo forte, il manager aggressivo, con «grinta» come se la durezza aprisse tutte le porte, vincesse tutti gli ostacoli. Non sono affatto convinto che sia vero. Ho visto manager duri, aggressivi, arroganti che hanno fallito perché non sono riusciti a conquistare la fiducia dei loro collaboratori mentre, in compenso, si sono fatti molti nemici. E sono addirittura giunto alla conclusione che per il successo sono più importanti qualità come la determinazione, la tenacia, la forza interiore, la capacità di convincere.
Noi non ci rendiamo conto dello straordinario potere della gentilezza. Non parlo della gentilezza finta, ipocrita, mielosa per trarti in inganno. Parlo della gentilezza che nasce da un animo generoso e che si traduce in azioni generose, in fatti concreti. Non è gentile il buonista che ti dice di sì e poi non fa nulla, ma chi ti guarda limpido negli occhi e poi, se può farlo, ti aiuta concretamente. La vera gentilezza è l'espressione di un animo forte e generoso, nasce dalla sicurezza nella giustizia della propria causa e dalla simpatia. Solo se sei sincero dentro crei sincerità al di fuori, solo se sei convinto dentro crei convinzione fuori, solo se sei puro dentro crei purezza fuori. La gentilezza che nasce da una limpida disposizione interiore disarma, fa cadere le resistenze, i pregiudizi e apre porte che altrimenti resterebbero chiuse. Perché tutti siamo sulla difensiva, tutti temiamo che gli altri ci possano fare del male.
Per vincere le diffidenze devi andare pieno di buona volontà, non offenderti se ti creano ostacoli o se ti trattano male, sempre pronto a rispondere con chiarezza e cortesia. La parte più importante del lavoro, perciò, dobbiamo svolgerla all'interno del nostro animo. Prima di affrontare un compito difficile, prima di una riunione decisiva, prima di prendere una decisione importante dovremmo «purificare» il nostro cuore. Ascoltarci per sapere se crediamo in ciò che stiamo per fare, se abbiamo ben chiara la meta, se siamo sicuri di essere nel giusto. E poi cancellare ogni presunzione e ogni rancore.
03 ottobre 2005
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