Una ricerca condotta su 20mila persone dall'Università di Bonn e di Berlino Chi rischia di più è più felice I più audaci? Gli uomini, giovani e alti, non impiegati ma lavoratori autonomi
MILANO - «Chi non risica non rosica», dice la saggezza popolare. «Chi rischia è più felice» traducono gli scienziati. Le persone che amano molto rischiare sono le più soddisfatte della propria vita. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell'Institute for the Study of Labor (Iza) dell'Università di Bonn e dell'Istitut tedesco per la ricerca economica (DIW) di Berlino. La loro indagine («Individual risk attitudes: new evidence from a large, representative, experimentally- validated survey») abbraccia un vasto campione: 20 mila le persone testate.
IDENTIKIT DI CHI RISCHIA - Dalla ricerca emerge pure che il rischio è uomo, giovane e alto, non impiegato in uffici pubblici ma lavoratore autonomo. Questo identikit prende forma non solo grazie alle migliaia di colloqui con il vasto campione coinvolto, ma anche dall'interpretazione dei risultati di numerosi esperimenti condotti con differenti gruppi di individui. Nei colloqui i partecipanti dovevano in primo luogo autostimare da uno a dieci la loro volontà di rischiare. In uno dei test, dovevano calarsi nei panni di un vincitore della lotteria e decidere se investire i 100 mila euro di vincita con pari rischio di raddoppiare il capitale investito in due anni o perderlo. Da questa prova è emerso che la donna non ama rischiare infatti è meno propensa a buttarsi in forti investimenti. Inoltre, racconta uno dei ricercatori, Armin Frank, indipendentemente dal sesso investono di più i giovani che gli anziani e per ogni centimetro di altezza in più la quota investita sale di 200 euro.
RISCHIO E SODDISFAZIONE - Non dissimili i risultati quando si gioca coi soldi veri: in un altro esperimento parte dello studio, infatti, al campione viene data la possibilità di vincere 300 euro ma anche di accettare diverse somme di denaro ( 10, 50, 150 o 200) rinunciando però alla possibilità di partecipare alla lotteria. Anche in questo caso a rischiare sono più gli uomini che le donne, più i giovani che gli anziani, più le persone alte e più spesso i lavoratori autonomi e le persone che si dicono soddisfatte della propria vita. Difficile dire però, ammettono gli studiosi, se venga prima il desiderio di rischiare o la soddisfazione personale per la propria vita: le persone più appagate potrebbero essere di conseguenza più ottimiste nei confronti della vita e, quindi, più inclini al rischio; o al contrario chi non ha paura di rischiare è una persona che ha coraggio e determinazione da vendere e che, quindi, ottiene dalla vita ciò che vuole. Una cosa è comunque certa. Quando non si ha più il coraggio di «osare» e si gioca soltanto in difesa, si sta battendo ritirata dalla vita. Lo aveva espresso mirabilmente Pablo Neruda in una sua famosa poesia: «Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni...»
20 settembre 2005 (Corriere della Sera)
posted by Enrica Valdemarca